Cosa vedere a Trento: Le Arti liberali nella città rinascimentale
Mi ha sempre affascinato il termine “Arti liberali” che sottolinea il fatto che alcune materie di studio hanno questa capacità di rendere liberi.
Le Arti Liberali
Si definivano “Arti liberali” le materie di insegnamento durante il Medioevo, così definite perchè coltivate da persone libere, al contrario delle “arti servili”, relative a mestieri manuali e meccanici, praticati dai servi della gleba o schiavi.
Il Trivium e il Quadrivium
Fù Marzio Cappella, un filosofo della tarda latinità (IV-V secolo d.C.), che per primo suddivise le sette arti liberali nel Trivium e nel Quadrivium.
Il Trivium riguardava le discipline filosofico-letterarie:
- Grammatica, ovvero la lingua latina;
- Retorica, l’arte di comporre un discorso e parlare in pubblico;
- Dialettica, ovvero la filosofia.
Il Quatrivium comprendeva le quattro materie relative alla sfera matematica:
- Aritmentica
- Geometria,
- Astronomia,
- Musica
Durante l’Alto Medioevo, conosciuto come rinascenza carolingia, furono istituite numerose scuole d’istruzione superiore con lo scopo di formare i futuri burocrati dell’amministrazione carolingia. Successivamente, nel Basso Medioevo, lo studio delle arti liberali divenne propedeutico per l’accesso alle università medievali; proprio come avviene oggi nei nostri licei.
Il Rinascimento a Trento
E’ con il principato vescovile di Bernardo Clesio (1514 – 1539) che Trento cambia volto e diventa una città rinascimentale , anche se un po’ in ritardo rispetto al resto della penisola.
Clesio non solo esortò tutte le famiglie abbienti della città a rinnovare ed abbellire le loro dimore, ma lui stesso assoldò artisti e maestranze famose del tempo per l’edificazione del Castel Nuovo, accanto al Castel Vecchio, che venne poi chiamato Magno Palazzo.

Lavorarono a questa grande opera artisti, fra i quali, i fratelli Dosso e Battista Dossi, Marcello Fogolino e Gerolamo Romanino, che impreziosirono le sale del Castel Nuovo con affreschi e stucchi a sottolineare che anche Trento era una città di respiro rinascimentale.
La grandezza delle loro opere, tuttavia, non stà solo nella loro bellezza artistica ma, soprattutto, nel forte significato che rappresentano. Ad esempio, ogni stanza del Magno Palazzo era dedicata ad uno dei temi cari al “Rinascimento”.
La camera del Camin Nero e il tema della cultura
Il tema della camera del Camin Nero era la cultura con la rappresentazione, sulla volta, delle sette arti liberali e delle quattro virtù.
Ad ispirare il tema della cultura venne scelto il libro di Marzio Cappella “Le nozze di Mercurio e Filologia”, nel quale, al tema delle sette Arti liberali viene associato quello delle quattro virtù cardinali.

Le sette Arti Liberali
Le sette Arti liberali sono dipinte all’interno di lunette disposte lungo le pareti della stanza, con i rispettivi dotti dell’antichità più rappresentativi, raffigurati all’interno di studioli pieni di libri e strumenti.
Troviamo nell’ordine: Apollodoro e la Grammatica, Gorgia e la Retorica, Crisippo e la Dialettica, Pitagora e l’Aritmentica, Archimede e la Geometria, Beroso e l’Astrologia, Pandemphion e la Musica.







Le quattro Virtù Cardinali
A completare quindi gli affreschi della volta, agli angoli del soffitto, si trovano le raffigurazioni delle quattro virtù cardinali.
Giustizia con bilancia e spada

Fortezza in compagnia di un leone

Temperanza che indica una tavola e regge un libro

Prudenza che sostiene uno specchio per vedere alle proprie spalle e con la sinistra impugna un serpente.

Non so se lo studio delle Arti liberali possa rendere davvero “liberi”, ma sicuramente contribuisce ad elevare il livello culturale di ogni individuo e di conseguenza quello della società in cui vive.
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